RASSEGNA STAMPA

LA STAMPA - Lo stupore della difesa ''Nessuna nuova prova''

Roma, 18 giugno 2010

Lo stupore della difesa ''Nessuna nuova prova''
Pronto il ricorso. E il governo gli chiede di restare al suo posto

FLAVIA AMABILE

Non hanno intenzione di arrendersi Gianni De Gennaro e i suoi avvocati. L'ex capo della Polizia e' stato condannato in secondo grado a un anno e 4 mesi per i disordini avvenuti durante il G8 di Genova. Ribaltata quindi la sentenza di primo grado, ora la parola spetta alla Cassazione. <<Siamo rimasti molto sorpresi da questa sentenza - commenta Franco Coppi, uno dei difensori -. Il materiale probatorio esaminato dalla Corte d'appello era assolutamente identico a quello utilizzato dal giudice di primo grado e la prima sentenza appariva solida, ben costruita e aderente alle risultanze probatorie>>. <<Non riusciamo a capire - aggiunge - come lo stesso materiale abbia potuto essere valutato in senso diametralmente opposto>>. <<Ovvio - conclude Coppi - che proporremo ricorso contro questa decisione non appena sara' nota la motivazione>>.
Si va avanti, dunque, e nel frattempo governo e maggioranza si sono stretti intorno all'ex capo della Polizia. A lui va la totale stima e fiducia del ministro di Grazia e Giustizia Angelino Alfano che ne parla come di una persona <<che ha servito lo Stato con dedizione e la cui innocenza e' sancita fino alla condanna definitiva dalla nostra Costituzione>>.
E il Pdl, compatto, fa quadrato invitandolo a non rinunciare ai suoi incarichi pubblici al vertice dei servizi segreti. <<De Gennaro - afferma il vicepresidente Pdl del Copasir Giuseppe Esposito - resti al suo posto>> E spiega la sentenza come <<una condanna di tipo politico>>.
Per il deputato Giorgio Stracquadanio e' <<l'azione di un pezzo di Anti Stato che cerca di demolire la legittimazione democratica dello Stato, delle sue istituzioni, degli uomini che compiono lealmente il loro dovere>>. Per Maurizio Gasparri, presidente del gruppo del Pdl alla Camera: <<Tra De Gennaro e la sentenza sul G8 preferisco De Gennaro>>. E Beatrice Lorenzin, deputato e componente della commissione Affari Costituzionali della Camera: <<Faremo ridere il mondo. L'unico straniero premiato dall'Fbi condannato dalla magistratura italiana>>.
Anche fuori dal Pdl si levano voci a favore di De Gennaro. Il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini si dice <<molto rammaricato>> ma anche <<certo che la Cassazione ristabilira' la verita' dei fatti>>. Solidarieta', <<gratitudine>> e <<vicinanza>> all'ex capo della Polizia dal ministro per l'Attuazione del programma di governo Gianfranco Rotondi <<per cio' che ha rappresentato e rappresenta per il Paese>>.
Silenzio da parte del Pd, mentre fanno sentire forte il loro apprezzamento per la sentenza gli altri partiti dell'opposizione. L'europarlamentare dell'Idv Luigi De Magistris chiede le dimissioni di Gianni De Gennaro dal Dis: <<Questa e' una delle tappe giudiziarie che si stanno percorrendo per poter restituire verita' e giustizia al Paese intero, che porta e portera' sempre i segni di una ferita politico-istituzionale profonda>>. E Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione Comunista: <<Risultano sempre piu' accertate le brutalita' di stampo sudamericano e la sospensione dello Stato di diritto messe in opera dai tutori dell'ordine pubblico in occasione del G8 di Genova alla scuola Diaz e alla caserma di Bolzaneto. Nonche' i gravi tentativi di celare o attenuare le efferatezze e le deviazioni della catena di comando attuati dai suoi massimi responsabili>>.
Per l'Arci la condanna <<e' un passo importante verso la verita'. Ma non basta. Adesso vanno individuate le responsabilita' politiche>>. Lo affermano Paolo Beni, presidente nazionale Arci, e Walter Massa, presidente Arci Liguria, sottolineando che <<giustizia non e' fatta, ma un po' di luce si'>>. D'accordo anche Paolo Cento di Sinistra e Liberta': <<Durante il G8 di Genova vi e' stata una sistematica violazione dello Stato di diritto che richiede ora un accertamento delle responsabilita' politiche e una nuova riforma democratica delle forze dell'ordine, a cominciare dalla riconoscibilita' degli operatori di ordine pubblico>>.